Formazione in presenza o virtuale? No, formazione sufficiente e adeguata!

La situazione pandemica, determinata dal virus del Sars-Cov-2, ha imposto delle misure straordinarie di contenimento, introdotte a partire da marzo 2020, e di tutta conseguenza anche la formazione dei lavoratori in tema di sicurezza, igiene e salute nei luoghi di lavoro si è dovuta adattare per rispondere alle nuove necessità. La modalità della formazione a distanza è stata introdotta per consentire alle organizzazioni datoriali di poter rispondere adeguatamente alle richieste normative contenute nel Testo Unico Decreto Legislativo 81/2008 e contemporaneamente rispettare le misure anti-contagio appena introdotte. Nel passato la partecipazione a questi corsi era espletata, nella maggior parte dei casi, attraverso la frequenza fisica in aula costituendo la classica lezione frontale, ma a seguito delle restrizioni imposte dai vari Decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri, a partire da marzo 2020, anche il mondo della sicurezza sul lavoro si è rivolto forzatamente alla "formazione in rete", ovvero all'e-learning. La formazione sul tema della salute e sicurezza, sia erogata in presenza che in modalità e-learning, è rivolta principalmente ad un pubblico adulto, pertanto, per l'apprendimento è necessario che tali percorsi siano organizzati e strutturati sui principi dell'ergonomia organizzativa e non come una semplice aula formativa didattica in quanto tale platea non ha le stesse attitudini scolastiche di un adolescente. Purtroppo, ancora oggi è presente il dibattito tra i sostenitori della formazione d'aula e della formazione tramite nuove tecnologie, una disputa assolutamente inconsistente in quanto in tutte e due le metodologie il focus centrale resta sempre e soltanto il discente/lavoratore. Il percorso formativo, sia in presenza che in modalità e-learning, deve essere rivolto alla trasmissione di conoscenze e competenze sufficienti e adeguate alla valutazione dei rischi aziendali, infatti la normativa richiede, a fronte di rischi lavorativi, una profonda azione di prevenzione, ovvero "il complesso delle disposizioni o misure necessarie anche secondo la particolarità del lavoro, l'esperienza e la tecnica, per evitare o diminuire i rischi professionali nel rispetto della salute della popolazione e dell'integrità dell'ambiente esterno". Nonostante il legislatore abbia sancito che la formazione debba essere adeguata e sufficiente il numero di infortuni e delle malattie professionali dimostra che questa attività, la maggior parte delle volte, sia effettuata solo per rispettare il precetto normativo, a dimostrazione che la diatriba tra formazione in presenza o in rete non dovrebbe focalizzarsi sulle metodologie, ma dovrebbe concentrarsi esclusivamente sulla "piena chiarezza degli obiettivi di apprendimento"(Calvani & Trinchero, 2020), progettando una didattica attraverso un modello basato su tre approcci fondamentali: interdisciplinare, sistemico e partecipativo.